Ci risiamo. È di nuovo tempo di ricevere gli auguri e ringrazio tutti anticipatamente (perdonatemi, ma non voglio passare la giornata sui social per ringraziare ciascuno singolarmente).
Sono passati altri 365 giorni, anzi 366 visto che questo 2024 è bisesto. In realtà non so se sia il caso di festeggiare: compiere gli anni significa un anno in più vissuto, ma anche uno in meno di vita, più ricordi ma anche meno tempo per i sogni ancora da realizzare. In internet c’è un sito per misurare la propria aspettativa di vita (a me dice altri 22 anni e qualche mese) e ho scoperto che solo l’8% è della popolazione mondiale è più vecchio di me e che io sono più vecchia del 79% degli italiani… anche in questo caso non so se sia una notizia buona o cattiva.
Come mi sento? Diversamente anziana!
“Che importa se compio venti, quaranta o sessant’anni! / Quel che importa è l’età che sento. / Ho gli anni che mi servono per vivere libero e senza paure. / Per continuare senza timore il mio cammino, perché porto con me l’esperienza acquisita e la forza dei miei sogni. / Quanti anni ho, io? A chi importa! / Ho gli anni che servono per abbandonare la paura e fare ciò che voglio e sento.” (José Saramago)
(O que importa se faço vinte, quarenta ou sessenta?! / O que importa é a idade que sinto. / Tenho os anos que necessito para viver livre e sem medos. / Para seguir sem temor pela trilha, pois levo comigo a experiência adquirida e a força de meus anseios. / Quantos anos tenho? Isso a quem importa? Tenho os anos necessários para perder o medo e fazer o que quero e o que sinto.)