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Bye-bye Scotland

Giugno 2024. Un volo all’alba sopra le Alpi innevate, l’auto che ci aspetta all’aeroporto di Edimburgo e subito ci dirigiamo verso nord e le Highlands lungo strade ogni giorno più strette. Avevo solo ricordi vaghi di un mio viaggio in Scozia da ragazza in giro in autostop e per ostelli. Ora abbiamo lasciato l’incertezza dell’autostop per la comodità di un’auto, ma le sistemazioni sono sempre in bunk houses e ostelli, complici i tanti turisti e la difficoltà di trovare alloggi.

Sopra di noi cieli cupi, a bordo strada magnifici fiori spontanei, macchie di enormi rododendri, distese di felci e muschi, prati verdissimi popolati da migliaia di pecore, colline brulle punteggiate da cespugli di ginestre e scure macchie di erica che in autunno dipingeranno il paesaggio di viola.

Guidiamo lungo coste frastagliate battute da un mare sempre agitato, scuri laghi che occupano i “glen”, le valli profonde.

Improvvisamente dietro una curva appare un gruppo di cervi che pascolano tranquilli…

Ci fermiamo per visitare abbazie, cimiteri, castelli custodi di storie di battaglie vere e fantasmi immaginari, fari isolati su speroni di roccia, piccoli porti con case dai colori vivaci e allegri pub, giardini curatissimi e parchi con alberi secolari. 

Il paesaggio si ripete simile giorno dopo giorno: si fa il pieno di verde e anche di nuvole e pioggia (che pure dovrebbero essere parte del fascino di queste terre), ma si vorrebbe anche l’azzurro del cielo: basta che il sole riesca a filtrare fra le nuvole per regalare scorci di grande bellezza…

Bye-bye Scotland, nonostante le tante ore di luce delle giornate estive, sei un paese troppo avaro di sole per me!