Il viandante che ha inseguito il dragone
recensione di Anna Gallo del libro:
Alessandro Scotti, Narcotica, ISBN Edizioni, 17 €
(Appena letta questa bellissima recensione non ho potuto fare a meno di ordinare il libro. Lo porterò con me in viaggio e al ritorno vi racconto! A.M.)
Vi confido un segreto. A volte sono i libri a trovare me.
Un po’ come Castaneda dice accada con il peyote.
Entro nella libreria e inizio a vagare. Guardo in giro. Prendo in mano i libri. Leggiucchio pagine a caso. Semino il tizio che continua a seguirmi convinto che voglia rubare qualcosa. E continuo a vagare.
Ma a volte, inspiegabilmente, mi ritrovo più e più volte con lo stesso libro in mano. Sono solo in preda a un impulso consumistico, mi dico. Lo poso. Esco dalla libreria. Ma poi continuo a pensarci. La sera prima di addormentarmi e la mattina appena sveglia. Proprio come un’adolescente innamorata.
Narcotica di Alessandro Scotti mi ha trovata.
Non sapevo chi fosse. Non sapevo nulla del libro. Nulla delle fotografie. Nulla della personale allo Spazio Oberdan (Mi) di tre anni fa.
Come non sapevo nulla, o quasi, del narcotraffico. Adesso me ne rendo conto.
Ma Narcotica non è solo il resoconto del viaggio, lungo sei anni, di un giornalista e fotografo, “un catalogo di esperienze ed emozioni in cui vedere e viaggiare sono diventati inseparabili”(p. 19).
E’ molto di più.
E’ un libro che diventa tuo. Fin dalle prime pagine. Uno di quei libri le cui parole entrano dentro di te e ci rimangono. Quelli che ti scuotono. Ti risvegliano dal torpore. Dallo “spirito di adattamento, che sa farci apparire plausibile, o normale, quello che normale non dovrebbe essere”. Quello che “permette a ognuno di noi di sopravvivere, facendoci considerare lontano ciò che è sgradevole o emotivamente inaccettabile, quasi appartenesse a un altro mondo. Un’anestesia percettiva indispensabile alla sopravvivenza” (p.15).
E’ un libro vissuto e poi scritto. Un libro destinato a durare. Un libro che non riporta semplicemente stralci di vita reale. Scotti non è un cronista. Non è neppure un viaggiatore. E’ un viandante.
“Per il viaggiatore l’obiettivo è la destinazione; ciò che lo separa dalla meta nella migliore delle ipotesi non conta, oppure è solo un ostacolo. Anche il viandante ha una meta – anche se non sempre e non necessariamente – ma per lui ciò che importa è quello che incontra lungo il percorso. Paese dopo Paese il senso di questo cercare è diventato quello dell’incontrare e della disponibilità a raccogliere ciò che mi si presentava davanti per vederlo, riconoscerlo e sottrarlo all’oblio”(p.17).
Quando ho letto questo pezzetto, avevo le lacrime agli occhi e i versi di “Itaca” nella mente.
Alessandro Scotti, Narcotica, Isbn Edizioni (17 €).