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Sapere. Saper fare. Fare. Far sapere

Pubblico anche come post la mia risposta  a un commento inviatomi che trovate una decina di post più sotto in “Welcome Gionata”. Per me  è stata un’utile occasione  per fare il punto sul significato di queste mie pagine virtuali…

C’è un detto che recita: “Sapere. Saper fare. Fare. Far sapere”. Se manca la fase finale, quella del “far sapere”, tanto valeva continuare a viaggiare e basta e non imbarcarsi, come nel mio caso, nella scrittura e pubblicazione di un libro. “Far sapere” è proprio ciò che qualcuno preferisce chiamare “autocelebrazione”. Per me invece significa CONDIVIDERE ciò che mi appassiona, ciò che mi colpisce. Internet è uno strumento splendido a questo scopo. Non invasivo, ma potenzialmente capace di raggiungere un vasto numero di persone.

Quando mi accade qualcosa di carino (tipo vincere un premio per il mio video), uso il mio blog per fare girare l’informazione. Così come pubblico i commenti dei lettori dei miei libri. Magari dovrei farlo in modo meno diretto, ma sono sempre stata per la chiarezza del messaggio. E preferisco non cambiare. Odio la pubblicità nascosta! E anche quella evidente, infatti nel mio blog non ce n’è. Ci sono invece commenti e informazioni relative alle mie attività. D’altra parte questo blog è nato come strumento per sostenere il libro A come Avventura (come è evidente e dichiarato dal titolo stesso), anche se nel tempo è cresciuto e ha incominciato a viaggiare per conto proprio. Avessi un’agenzia di stampa per la promozione delle (poche) cose che ho scritto, sarebbe decisamente più elegante e anche meno faticoso pubblicizzarle. Invece devo arrangiarmi con il fai da te… E nel blog parlo anche d’altro (e parecchio! Ci fosse un po’ più di reciprocità, sarei famosa…, ma alla fine, se semini raccogli comunque). Vedi le numerosissime recensioni di libri altrui in L come Libri, o i post dei viaggiatori che vogliono comunicare le loro emozioni in Q come Quo vadis. Oppure S come Solidarietà dove cerco di sensibilizzare su argomenti che mi stanno a cuore… Evito invece i racconti di viaggio (solo qualche articolo in R come Reportage), perché internet ne è già piena e, a meno di motivazioni precise per leggerli, spesso li trovo noiosi. Quel che mi piace e mi interessa fare è soprattutto riflettere sul viaggio (oltre che viaggiare of course!). Questo è l’anima del mio blog, una sorta di prosecuzione del libro di cui è una costola, e questo cerco di fare al meglio delle mie possibilità. Qualche volta mi ripeto, certo, perché alcuni argomenti si sovrappongono, ma fortunatamente il blog non è un libro, e posso permettermi di farlo, proprio come quando si parla. Insomma non mi creo delle regole di scrittura così strette come quando si va in stampa. E cerco di avere un mio stile, una mia “cifra”, che può piacere o meno, o può piacere e poi stancare. Naturalmente cerco di crescere come scrittura, anche grazie ai feedback che ricevo. Un amico giornalista mi ha detto che dovrei rendere la mia scrittura meno buonista. Credo abbia ragione,  ma anche non amo la conflittualità e sono passati i tempi in cui litigavo per una differenza di opinione.

In conclusione, questo è e rimane il mio blog. Credo di avere abbastanza idee e argomenti per continuare la strada intrapresa, per lo meno così mi dicono mail private e commenti pubblici. Compresi quelli critici perché di fatto mai banali (forse anche perché partono da argomentazioni che tali non sono). Per me il blog è un importante appuntamento prima di tutto con me stessa e davvero scrivo per il piacere di farlo. Una sola regola, evitare, appunto, le banalità. Certo, ci sono momenti in cui ho più tempo da dedicargli e da dedicarmi. Altri meno. Se c’è una carenza è proprio di tempo e non di idee…

Morale: quando ci si dà in qualche modo “in pasto al pubblico” bisogna essere pronti alle inevitabili critiche e farne tesoro, senza però farsi eccessivamente condizionare da queste (soprattutto se si è convinti di ciò che si fa) e senza nemmeno esaltarsi per le lodi. Critiche e lodi insegnano entrambe moltissimo, anzi le prime sono forse più utili delle seconde. Ma mi raccomando, continuate anche con i complimenti… li tengo in serbo per i periodi di malinconia!